Nazionale

Nuova cittadinanza dello sportpertutti nella cooperazione

L'Uisp propone una riflessione sulle potenzialità dello sport sociale dopo la Conferenza nazionale della cooperazione allo sviluppo

 

Un primo risultato per l’Uisp è stata l’entrata in scena a testa alta dello sportpertutti nel quadro della Conferenza sulla Cooperazione italiana, che si è svolta a Roma il 24 e 25 gennaio. Poche le proposte di eventi paralleli all'interno del programma ufficiale dell'iniziativa del Governo italiano in tema di cooperazione allo sviluppo. Tra questi quello Uisp, dal titolo “Sport for all-Sport for dignity”, al quale hanno partecipato oltre al presidente Uisp Vincenzo Manco e al responsabile delle Politiche internazionali Uisp, Carlo Balestri, Silvia Stilli portavoce della AOI-Associazione delle Organizzazioni della cooperazione Italiana, Saska Benedicic Tomat dell'ISCA-International sport and culture association (partner e capofila del progetto Active Voice), Alessandra Testoni dell'Ufficio AICS-Agenzia della Cooperazione Italiana allo Sviluppo di Dakar e due esponenti delle ong italiane con le quali la Uisp collabora in Libano: Isabella Samà di Coopi e Enrico Azzone di CTM, oltre a Elena Fiorani del Giornale Radio Sociale. A moderare l'incontro Raffaella Chiodo Karpinsky, coordinatrice del progetto Active Voice per la Uisp.

Saska Benedicic Tomat ha sottolineato come si sia trattato di "un risultato importante nel quadro delle relazioni con le istituzioni e in particolare, in quell'azione che si definisce advocacy, proprio al centro del progetto Active Voice e che l’associazione esercita per la promozione dello sport per tutti e dell'attività fisica". Obiettivi importanti per Active Voice di cui l'evento ha rappresentato una delle tappe significative per sviluppare le capacità di strategia e pressing dei partner del progetto sulle istituzioni. In questo caso la Uisp nei confronti del MAECI-Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell'AICS.

L'incontro doveva offrire l'occasione per diffondere il concetto di sport come forma di cooperazione internazionale attraverso la conoscenza delle esperienze concrete che la Uisp realizza da anni nell'ambito della cooperazione, con un focus particolare su quanto realizzato nei campi profughi del Libano coinvolgendo cittadini palestinesi, da decenni ormai in quei campi, e profughi siriani in fuga dalla recente guerra, così come cittadini locali attraverso molte iniziative e progetti. Tra le iniziative la più importante c'è senz'altro Vivicittà che è diventato un appuntamento tradizionale da quelle parti, considerato che a breve si svolgerà la prossima edizione a ben undici anni dalla prima. Diversi sono stati i progetti che negli anni si sono realizzati in collaborazione con l'UTL-Ufficio Tecnico Locale della Cooperazione italiana e successivamente, dall'entrata in vigore della nuova legge che disciplina il settore, con l'ufficio locale dell'AICS e altre ong italiane e associazioni partner locali. Un'esperienza quella dello sportpertutti come strumento di inclusione sociale, integrazione e benessere delle persone fortemente apprezzata a livello delle istituzioni e società civile coinvolte, sia italiane che libanesi. Un valore aggiunto certamente riconosciuto nei fatti per la sua efficacia e approccio innovativo. Quello che mette al centro il linguaggio universale del gioco, dell'attività motoria e che rappresenta una delle forme più concrete di benessere delle persone a ogni latitudine.

L'obiettivo di mettere a fuoco questo valore specifico e unico che lo sport sociale rappresenta, è stato lo scopo dell'incontro che abbiamo fortemente voluto inserire in questo contesto della conferenza ufficiale del Governo italiano. Riconoscere prima di tutto lo sport come forma di cooperazione per le sue peculiarità e per il suo valore. Questo è un passaggio dirimente se guardiamo al quadro di un più ampio processo di riforma del settore della cooperazione internazionale del nostro paese. Questa tappa del progetto Active Voice può rappresentare uno spartiacque tra il prima, la vecchia legge 49/87 che limitava l'idoneità solo alle ong tradizionali, e il dopo che dovrebbe essere rappresentato dal percorso della nuova legge 125 approvata nel 2014. Quest'ultima infatti propone un allargamento degli attori della cooperazione riconoscendo l'importanza di includere e valorizzare le capacità e l'apporto innovativo dei diversi soggetti che vanno a costituire il composito sistema italia della cooperazione.

In questo senso siamo oggi alla vigilia di un ultimo passo che consideriamo cruciale per completare il processo di riconoscimento dello sport al pari di altre forme importanti della cooperazione. E questo auspicabilmente dovrebbe avvenire nel pieno rispetto dell'ispirazione importante della legge 125 e in particolare del suo articolo 26 che riguarda direttamente l'allargamento della tipologia degli attori da considerare idonei per la realizzazione di progetti, programmi ed eventi della cooperazione italiana. Lo sport del resto ha attraversato in vario modo questo importante appuntamento del governo italiano. Lo stesso Presidente del Consiglio Gentiloni, nel suo discorso di chiusura dell'evento, ha ricordato che in occasione di una delle sue missioni all'estero, nei Territori palestinesi, ha incontrato una squadra di calcio, visitando progetti della cooperazione italiana. Insomma lo sport si vede ma è necessario che abbia e a tutto tondo la sua legittima e definitiva cittadinanza. (di Raffaella Chiodo Karpinsky, responsabile del Progetto Active Voice) 

Ascolta il GrsWeek del Giornale Radio Sociale di venerdì 26 gennaio su sport e cooperazione, realizzato da Elena Fiorani